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TUTTI SANNO DISEGNARE

“Alcuni bambini non vogliono disegnare, dicono di non esserne capaci e sono bloccati dalla paura di sbagliare. Come possiamo aiutarli e insegnare loro il disegno?”. La maestra dell’infanzia mi fa questa domanda durante l’incontro sull’illustrazione con i bambini di 3-5 anni. Ho portato loro 40 disegni originali a corredo di filastrocche tradizionali. I bambini hanno aggiunto dei particolari, li hanno colorati e ne abbiamo fatto un libro da leggere, integrare, lasciare in eredità. Come sempre sono rimasta edificata dalla serietà con cui i piccoli artisti hanno affrontato il lavoro.  Alla fine erano orgogliosi.

Per questo la domanda della maestra mi ha colto un po’ di sorpresa e vederla appuntare su un foglio le mie risposte mi ha fatto pensare a quanto fosse ancora necessario riflettere e formarsi sul disegno dei bambini. Esistono infiniti scritti sull’argomento e i social sono pieni di esperienze anche molto qualificate. Eppure l’atteggiamento ancora diffuso tra gli adulti nei confronti di questa abilità non è altrettanto avanzato.

Non sono pedagogista, né maestra né psicologa e non mi permetto di sconfinare nel loro campo, anzi mi ripropongo di approfondire io stessa il tema sui più recenti studi. In ogni caso, con la mia esperienza di illustratrice in erba, disegnatrice da sempre, mamma, educatrice, storica dell’arte, credo di poter condividere alcune riflessioni.

Più o meno a un anno viene messa in mano al bimbo una matitona e lui comincia a tracciare graffi su un foglio. È impegnatissimo, sta cercando di coordinare lo sguardo e il movimento, sta creando qualcosa che prima non c’era, è totalmente preso dalla scoperta … Visino serio, colpi decisi sul foglio … “Bravooo!” dicono gli adulti. Quand’è che invece cominciano a schernirlo, a dire che vedono solo scarabocchi incomprensibili, a fare confronti con il piccolo Michelangelo figlio della cugina? “Com’è capace! Il mio invece … tutte quelle zampe di gallina!” (risatina). Detto così l’errore pedagogico sembra palese ma molti di noi continuano a commetterlo. Quand’è che decidiamo che il disegno da mezzo di scoperta, creazione, espressione delle proprie visioni e del proprio mondo interiore, di rielaborazione e metabolizzazione del vissuto, diventa una performance che deve corrispondere alle nostre (arbitrarie) aspettative?

“Non sai disegnare”. Molti adulti pronunciano questa assurdità, pensando che un disegno sia bello nella misura in cui riproduce fedelmente la realtà, con buona pace di mezza storia dell’arte, e non parlo solo di quella contemporanea. In genere i giudizi più stroncanti vengono da quegli adulti che ritengono di non saper disegnare. Tutti i bambini sono in grado di disegnare, gli artisti lo sanno e non ne ho mai sentito uno affermare il contrario, molti poi smettono di farlo perché incontrano adulti che compiono atti di prepotenza.

Vi racconto una storia. Laboratorio in una scuola primaria sui simboli dell’arte rinascimentale. Una bambina straniera ha molta difficoltà con la lingua italiana e probabilmente qualche problema cognitivo. La classe l’ha etichettata (nota: le classi non etichettano se si insegna loro a non farlo) e ogni volta che mi rivolgo a lei i compagni intervengono: “Ma non parla italiano”, “Non sa disegnare”, “Non lo sa fare …”. Invece si mette a lavorare d’impegno e per la prima volta non disturba gli altri. Finalmente, nel disegnare utilizzando simboli, può esprimersi senza parole. La cosa più sorprendente per compagni e maestre è che capisce perfettamente la mia piccola lezione ed è in grado di utilizzare la simbologia nel suo disegno (lo sappiamo vero che si impara a capire una lingua prima che a parlarla?). Alla fine chiedo ai bambini di spiegare il proprio disegno e quando arriva il suo turno, ecco di nuovo il ritornello: “Maestraaa, ma lei non parla e poi ha fatto solo scarabocchi! Non si capisce niente!”. I loro sguardi su di me, il suo invece si abbassa. Non posso fallire, qui si gioca una cosa importante, ok mi butto: “Ma no bambini, questo disegno è perfetto, vi faccio vedere …”. Lo prendo, lo osservo … “Questo è un unicorno, vero?” bleffo un po’: l’unicorno è irresistibile per quasi tutte le 8enni e questi segni lo ricordano … annuisce. “E questo rosso è il rubino, simbolo dell’amore?” fa sì con la testa, i bambini in silenzio. “E qui …” i simboli emergono e io continuo fino a che non ho interpretato tutta la complessa allegoria di linee e colori che riempie il foglio. Lei raggiante, io commossa e incredula, i bambini rapiti. Il disegno ha compiuto la sua magia e ancora una volta la parola d’ordine è “fermati, ascolta”. Sgombra mente e cuore, fai piazza pulita di etichette, destini segnati e storie già scritte … il disegno è una grande opportunità di ascolto e di comunicazione.

Certo che si può insegnare a disegnare, nel senso accademico del termine, si possono apprendere le tecniche e la sintassi dell’illustrazione.  Certo che l’esercizio del disegno realistico o geometrico o comunque “guidato” ha utili risvolti didattici: allenare la manualità fine, la coordinazione occhio-mano, la precisione, la pazienza, l’impegno e la cura, la misurazione dei propri limiti e dei propri progressi, l’osservazione … io sono profana, maestre continuate voi. Ma anche quando “insegniamo” a disegnare, a copiare una mela e un barattolo di penne (se proprio non riusciamo a trovare di meglio), vi prego: incoraggiamo, lodiamo, sproniamo, valorizziamo! Chiediamo sì serietà, cura, impegno ma accogliamo i risultati qualunque essi siano. Disegnare non è come fare le divisioni o l’analisi grammaticale, non c’è una risposta esatta. C’è la tua risposta originale, il tuo stile unico, il tuo fare irripetibile …

Nella newsletter che parte martedì ho raccolto alcuni consigli molto pratici per aiutare i bambini a esercitarsi e progredire nel disegno. Sono il frutto della mia esperienza di bambina che dal matitone in poi ha sempre ricevuto lodi e ha continuato a disegnare sempre. Quindi condivido in pillole 43 anni di ricerca sul campo! : )))

Inoltre ci saranno:

  • Tre disegni by me da scaricare e colorare, ispirati a opere di Carlo Crivelli
  • Consigli speciali da una giovanissima mangaka autodidatta … alias mia figlia 11enne, che vuole contribuire a questa riflessione ; p

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